Il 16 in Piemonte

I Savoia rivogliono i gioielli della Corona.

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La famiglia Savoia torna al centro della cronaca, questa volta non per vicende regali, ma per un contenzioso riguardante i gioielli di famiglia.

Una vicenda che vede come protagonisti lo stato italiano e Bankitalia, rei secondo la discendenza regale, di custodire i beni dei Savoia senza il loro consenso.

Una diatriba che dura da diverso tempo, e che adesso ha posto i discendenti dell’ex casa reale a chiedere un ultimatum alle istituzioni.

Gli ex reggenti dello stato italiano fanno parlare ancora di loro, a quasi vent’anni dal loro rientro in Italia dopo l’esilio del 1946, ultimo atto istituzionale di una storia che ha visto i Savoia essere la famiglia reale più longeva d’Europa.

A distanza di anni, i discendenti della nobile casata sono tornati a chiedere i preziosi cimeli dei loro avi. Il caveau della Banca d’Italia custodisce nelle sue segrete i tesori della famiglia Savoia. Infatti, dopo l’esilio votato nel 1946, lo stato custodisce i cimeli degli ex re d’Italia, esiliati dopo il referendum votato dopo la seconda guerra mondiale e la nascita della prima repubblica.

Adesso, a distanza di quasi 80 anni, gli eredi della casata sabauda chiedono che i gioielli vengano restituiti ai legittimi proprietari.

La collezione vanta collier, bracciali, orecchini e diademi che vantano oltre 6700 diamanti e 2 mila perle.

Vittorio Emanuele, Maria Gabriella, Maria Pia e Maria Beatrice di Savoia hanno lanciato un ultimatum allo stato. I legali dei discendenti hanno dato alla Banca d’Italia dieci giorni per restituire ai legittimi proprietari il maltolto, salvo procedere per vie legali.

Lo stato si appella invece alla disposizione transitoria e finale numero XIII della costituzione. Oltre all’esilio, lo stato ha preso in custodia ogni bene degli ex re e di tutti i loro discendenti sul territorio italiano.

Tuttavia il nodo, stando ai Savoia, e che i gioielli non siano stati confiscati, non essendo previsti dalla disposizione del 1946.

La questione potrebbe giocarsi sullo Statuto Albertino, che sostiene che i gioielli non siano proprietà regali, ma dati in dotazione come accessorio cerimoniale.