Il 16 in Piemonte

Donazione sangue a rischio

2 min read

Allarme tra le associazioni dei volontari del sangue del Piemonte per lo stop alle retribuzioni degli specializzandi che prestano servizio nelle unità di raccolta, deciso da un regolamento del Governo. È quanto riportato in aula durante i question time, dal consigliere Pd Maurizio Marello che ha interrogato l’assessore alla Sanità Luigi Icardi per sapere quali provvedimenti la Giunta e l’Assessorato intendano adottare per evitare il rischio di defezione e la conseguente carenza di sangue per i cittadini che ne hanno bisogno. 

Icardi in aula dichiara: “Hanno ragione le associazioni il Piemonte nell’ambito della riunione plenaria del Sistema Trasfusionale italiano, tenutasi a Roma lo scorso 20 novembre, ha espresso preoccupazione per l’impatto sulla capacità di raccolta di sangue conseguente alla ‘collaborazione volontaria a titolo gratuito e occasionale’ di medici abilitati e iscritti alla scuola di specializzazione o al corso di formazione in Medicina generale”. 

Per tale categoria di Medici, infatti, il regolamento sancisce una incompatibilità ad avere ulteriori incarichi libero professionali con conseguente rischio di blocco assoluto della raccolta, soprattutto in regioni, come il Piemonte, dove la raccolta è prevalentemente associativa. 

“Il regolamento è causa di gravi criticità e quindi sulla possibilità di garantire i Lea trasfusionali ai pazienti, su tutto il territorio nazionale. Per questa ragione, le strutture di coordinamento regionali, compresa quella piemontese, ne hanno chiesto unanimemente la revisione. Il direttore dell’ufficio ministeriale preposto si è fatto portatore dell’istanza presso il Ministero ed io mi farò promotore di una richiesta di una revisione in sede di Commissione Salute della Conferenza delle Regioni”.

Il consigliere Marello commenta: “Mi auguro che il Ministero della Salute chiarisca al più presto i dubbi interpretativi sul Decreto e si confronti con le Associazioni. Da maggio, per gli specializzandi era possibile prestare la propria collaborazione volontaria e occasionale, con contratto libero-professionale, agli enti e alle associazioni. Tale attività veniva permessa nell’attesa di un regolamento che, oggi, sembra ribadire esattamente il contrario di quanto avrebbe dovuto disciplinare”.